Letture bendate: Le ragazze di San Frediano

Proseguono gli appuntamenti con le letture bendate. Capolavori della letteratura fruiti esclusivamente con l’aiuto dell’udito e con gli occhi bendati. Mercoledì 15 luglio, a partire dalle ore 18.00, si leggerà il testo di Vasco Pratolini “Le ragazze di San Frediano”.

Questo libro parla di un giovane impiegato di nome Bob, rubacuori del Borgo San Frediano, rione fiorentino che si trova “di là d’Arno”, come si dice a Firenze. Egli si finge innamorato contemporaneamente di cinque ragazze, con ognuna delle quali dice di essere fidanzato. Tosca, una delle ragazze “da collezione” di Bob, scopre il suo gioco, e comincia ad insospettirsi. Le altre fanno una riunione con lei e preparano un complotto, una beffa per il bel rubacuori. Un giorno Bob si reca insieme ad una ragazza alle Cascine, zona di Firenze adibita a parco pubblico, con viali e prati, vicina all’Arno, ma non sa che le altre si sono nascoste per sorprenderlo.

All’improvviso esse si mostrano e impongono al “giovane dalle belle ciglia” di scegliere una di loro come fidanzata, picchiandolo come Menadi inferocite. Bob, scoperto dall’evidenza dei fatti e umiliato, da quel momento abbandona il suo atteggiamento da Don Giovanni, diventa un ragazzo di San Frediano come tutti gli altri e si fidanza con Mafalda, una delle partecipanti al complotto contro di lui.

Nel romanzo appare evidente l’aspetto del rione di San Frediano, con personaggi tipici fiorentini, nella loro arguzia faceta, tinteggiata dai dialoghi dialetto. Anche se il titolo parla di “ragazze”, esse, pur avendo ruoli di non secondaria importanza, servono a trascinare il bel Bob nella beffa che ha quasi un sapore [ di festa], perché il personaggio principale è proprio lui, il ragazzo che fa spasimare le giovani del suo quartiere, sottovalutandone l’orgoglio e la possibilità di vendetta. Il complotto ordito dalle donne di Bob mette in risalto la furbizia di esse, che non vogliono sottostare alle intemperanze di un uomo che si serve di loro, pensando che esse non arrivino a comprendere, o tacitamente accolgano, il suo doppio gioco. La donna di Pratolini dunque, si sente ed è portata al livello dell’uomo che, invece, per la mentalità misera, ancora esistente all’epoca della stesura del libro, avrebbe voluto dominarla.

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