Mostra “GUIDO BONI: San Salvi e La Tinaia. Una storia per immagini”

Giovedì 7 aprile alle ore 17:30 a Libri Liberi in via San Gallo 25R si inaugura la mostra “GUIDO BONI: San Salvi e La Tinaia. Una storia per immagini”.

Organizzata da Libri Liberi Officine SanGallery e La Tinaia, questa mostra, attraverso l’opera di Guido Boni (Firenze, 1943), racconta il mondo dell’istituzione totale in cui Guido ha vissuto fin da bambino. Frequenta La Tinaia dal 1975, anno della sua fondazione e sin dagli inizi sviluppa con l’atelier un forte legame. Dalla rappresentazione del reparto o dei viali del manicomio, ai ritratti di soggetti reali o immaginari che abitano il suo vissuto con la forza del mito, le sue opere comunicano sempre un profondo significato artistica. La sua difficile esperienza, intrecciata con la quotidianità di San Salvi, del reparto, degli ambienti comuni, dei personaggi, del coloratissimo laboratorio della Tinaia, ha in sé la potenza del mito. Forse per questo la sua arte ci permette di entrare senza difese nella profondità dell’esperienza manicomiale e di coglierne tutta la tragica potenza.

La mostra, con ingresso libero e gratuito, sarà visitabile fino al 5 maggio.

CHI E’ GUIDO BONI

Guido Boni nasce a Firenze nel quartiere di San Frediano nel 1943. Perde da piccolissimo il padre, fucilato dai tedeschi. Fin da ragazzino conosce i mondi dell’istituzione totale passando dall’istituto per bambini cosiddetti ‘sub-normali’ Umberto I, mentre quattordicenne è già internato entro le mura manicomiali di San Salvi, l’ospedale V. Chiarugi di Firenze, dove rimarrà, a parte il periodo vissuto in una casa famiglia (1998-2005), fino al 2015. A seguito della chiusura della residenza ‘Il Giardino delle Rose’ (2013) viene infatti trasferito presso un’altra residenza, situata anche essa nell’area dell’ex ospedale psichiatrico, da cui viene dimesso nel novembre 2015. Attualmente Guido vive presso una residenza assistita di Prato.

Le cartella cliniche degli anni ’50-’60 tratteggiano la figura di un giovane fortemente irrequieto, i cui disturbi comportamentali, così come quelli psicopatologici (dall’apatia agli stati allucinatori, dagli scontri con altri ricoverati ai tentativi di fuga) conoscono come unica risposta il trasferimento da un reparto all’altro, ma in cui è possibile già intravedere una certa predilezione verso il mezzo espressivo grafico. “Ha un discreto talento per il disegno e vi si applica per diverso tempo”, annota uno psichiatra nel 1957.

Nel 1965 inizia a frequentare una sala di pittura aperta nel reparto dove ha la possibilità di svolgere l’attività che sembra coinvolgerlo di più: il disegno. Nel 1972 l’esperienza si interrompe; Guido trascorre le giornate sdraiato per terra.

Il 1975, data di apertura del Centro Attività Espressive La Tinaia, segna una svolta storica, l’inizio di un’avventura continuata, con intensità e partecipazione, fino al 2014. Nella Tinaia Guido trova infatti qualcosa di più di un semplice spazio dove esprimere la propria creatività: la Tinaia è il mondo, cioè lo spazio dove la relazione umana, così come gli oggetti, acquistano un significato, un ordine riconoscibile e riproducibile. L’impegno espressivo di Guido si rivolge alla rappresentazioni degli ambienti, delle persone che abitano il suo vissuto: il reparto ospedaliero, i vialetti del manicomio, le stanze del lavoro, soggetti reali, soggetti immaginari o incontrati nel sogno. Racconti intensi, poetici, dove la meraviglia estetica intreccia l’incontro con la memoria e la storia. Racconti che davvero hanno la potenza del mito… È il caso dei ritratti, uno su tutti quello di Massimo Mensi (fondamentale figura di riferimento per Guido e per la Tinaia prematuramente scomparso nel 1990) o della ‘signora Maleci’ o della coppia di innamorati nudi o del giovane militare; ma anche la raffigurazione degli interni, soprattutto la Tinaia, locali colorati, dettagliati e affollati di figure esili, filiformi, sempre riconoscibili. In queste composizioni Guido ritrae spesso se stesso nell’atto di dipingere e come in un gioco di specchi, moltiplica e riduce la scena all’infinito.

Già nel 1979 le opere di Guido vengono esposte in una mostra personale a Firenze e successivamente nell’importante Collettiva ‘Colori dal Buio’ nel Chiostro di Santa Croce a Firenze (1981). A partire da questo momento i suoi lavori saranno presenti in numerose mostre sia in Italia che all’estero.

La produzione più recente, per lo più grafica, è caratterizzata da una sintesi del tratto, come se il segno diventasse il simbolo per introdurre l’altro, quasi con urgenza oltre che con piacere, nelle profondità del suo mondo.

(testo a cura del Centro Attività Espressive La Tinaia – marzo 2016)

Rispondi